
L’ utilizzo della Navigazione nella correzione delle deformità del Ginocchio
L’osteotomia tibiale alta di addizione è una tecnica universalmente accettata per il trattamento delle deviazioni assiali sintomatiche del ginocchio. Gli interventi di osteotomia correttiva del ginocchio dovrebbero essere eseguiti con grande precisione, in quanto, una ipo o una iper-correzione può comportare risultati clinici deludenti . L’entità della correzione del malallineamento, risulta essere il punto chiave per ottenere un risultato soddisfacente: è ben documentato come anche una piccola modificazione dell’asse meccanico può alterare la distribuzione del carico del ginocchio, portando risultati deludenti a lungo termine. Inoltre l’allineamento dell’arto inferiore e l’orientamento dell’ostetomia, sembrano determinanti per il successo di questa metodica a lungo termine ed alcuni autori in letteratura hanno dimostrato che i tassi di sopravvivenza delle correzioni diminuiscono con il tempo: esse vanno dal 73% al 97% a 5 anni, dal 51% al 96% a 10 anni e dal 39% al 87% a 15 anni.
Per ovviare a possibili errori di correzione, nel corso degli ultimi anni, sono stati fatti notevoli progressi nello sviluppo dei sistemi di navigazione applicati agli interventi d’osteotomia di ginocchio. Le tradizionali tecniche di misurazione hanno spesso dimostrato variabilità intra-osservatore e bassa riproducibilità, anche limitatamente al solo piano coronale. Ciò può essere dovuto ad un’ erronea pianificazione pre-operatoria, ad un imprecisione nell’eseguire i tagli ossei o ad un insufficiente controllo del riallineamento intra-operatorio . Inoltre, le deformità multiplanari, sono difficilmente controllabili durante la procedura chirurgica. Infatti la correzione del normale allineamento dell’arto inferiore sul piano coronale, non è l’unico parametro su cui concentrarsi durante questo tipo di operazioni. Infatti, l’osteotomia tibiale può modificare l’inclinazione del piatto tibiale sul piano sagittale, modificando così la tensione dei legamenti crociati anteriori e posteriori, e di conseguenza alterare la normale biomeccanica del ginocchio. Recentemente, le tecniche di Ostetomie tibiali computer assistite, hanno dimostrato di essere in grado di misurare con precisione il grado di allineamento intraoperatorio dell’arto inferiore, sia sul piano coronale che su quello sagittale fornendo preziose informazioni nel corso del procedimento chirurgico e consentendo un maggiore controllo del processo di valgizzazione dinamica intraoperatoria; ciò permette al chirurgo di ottenere il grado di valgismo desiderato
Tecnica Chirurgica
Due trasmettitori vengono fissati con viti bicorticali alla diafisi distale del femore e della tibia. Sono quindi raccolti, con l’ausilio del navigatore, dati cinematici dell’anca, della caviglia e del ginocchio per la determinazione degli assi meccanici dell’arto inferiore. Punti di repere anatomici come gli epicondili, i malleoli, il centro del ginocchio e della caviglia ed il margine mediale e laterale del piatto tibiale, sono registrati con un trasmettitore libero (pointer). In 6 pazienti, per il monitoraggio dell’inclinazione posteriore del piatto tibiale (slope), un trasmettitore addizionale è posizionato sul terzo prossimale di tibia con due fili di Kirschner da 2.5 mm. Terminata la fase di acquisizione dei dati, il navigatore fornisce, in una schermata, i valori pre-operatori sia sul piano coronale(varo/valgo) che sul piano sagittale (slope tibiale). Con l’arto inferiore in fascia ischemica, è eseguita un’incisione longitudinale antero-mediale (6-8 cm). Divaricato il fascio superficiale del legamento collaterale interno, con uno scollaperiostio, è preparato il piano osseo tibiale. L’osteotomia sovratuberositaria è effettuata sulla corticale mediale, circa 3 centimetri distalmente al piano articolare prossimale della tibia, lasciando intatta la corticale laterale di 5-10 millimetri. Monitorando continuamente il valore dell’angolo meccanico femoro-tibiale dell’arto inferiore e, dove previsto, lo slope tibiale, si procede all’osteotomia, che è stata stabilizzata al raggiungimento del valore di correzione previsto. È utilizzata a tal fine, in tutti i pazienti, la stessa placca dotata di un blocchetto spaziatore rettangolare, con uno spessore adatto a mantenere il grado di correzione desiderato. La placca è infine fissata alla corticale mediale della tibia con 2 viti prossimali da spongiosa e 2 viti distali bicorticali a stabilità angolare. In tutti i pazienti, per il riempimento del gap osseo, sono stati usati cunei di osso equino deidratato. Al termine della procedura chirurgica, il navigatore visualizza un report dettagliato, con la registrazione dell’angolo meccanico tibio-femorale e dello slope tibiale, pre- e post-operatori